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14/10/11

Gramsci for Vendetta

 Dal web ai manifesti per le strade, passando per sporadici passaggi televisivi. L'anticipo si è giocato in parecchie piazze la settimana scorsa, quando gli indignati italiani, armati di vernice, hanno protestato contro le banche, contro i simboli del ricatto che l'economia capitalista, nella sua evoluzione finanziaria, gioca nei confronti dei governi del mondo. I lanci di vernice contro la sede milanese di Moody's, una delle principali agenzie di rating che ha declassato l'Italia, è stato quanto mai simbolico e rappresentativo del momento che stiamo vivendo. Molti manifestanti erano giovani studenti, e alcune interviste dimostrano che non era molto chiaro agli stessi che cosa effettivamente fosse Moody's, che cosa significasse "agenzia di rating", ma ciò non rende la protesta meno efficace, meno credibile. E', anzi, la fotografia più veritiera del sistema in cui viviamo, un sistema economico che ha ceduto al mondo della finanza. Sono oramai tre decenni che viviamo in un sistema sganciato dalla realtà: gli anni '80 e '90 sono stati contrassegnati da tassi di crescita irreale, abbiamo goduto di una ricchezza inesistente, ci siamo abituati ad un tenore di vita globalmente insostenibile. Le case, le TV, i vestiti, le vacanze di quegli anni, è come se fossero state pagate coi soldi del monopoli. Il neoliberismo si è propagato sull'onda di bolle speculative progressive, la cui esplosione era coperta dalla speculazione su nuovi mercati, su nuove aree economiche. Quando le banche hanno capito che potevano evitare i danni di simili esplosioni anche quando avvenivano nel cuore dell'economia capitalista, cioè l'Europa e gli USA, sono iniziate le speculazioni sui mercati tecnologici e su quelli immobiliari. Ricchezza finta, virtuale, basata su strumenti finanziari che mettono alla prova le capacità matematiche dei migliori economisti: nulla di più lontano dal mondo reale. Perché uno studente, un uomo medio, dovrebbe capire cos'è un'agenzia di rating? Tanto per capirci, le agenzie di rating sono quelle che hanno dato valutazioni AAA alle obbligazioni prodotte dalle banche americane nel 2008, alla vigilia dell'esplosione della bolla dei famigerati Subprime. Erano d'accordo, davano valutazioni positive in cambio di commissioni. Ci hanno perso la faccia, ma non i soldi. Quelli li stiamo perdendo noi. Il mondo è nelle loro mani, è il loro giocattolo, e noi possiamo sbatterci quanto vogliamo, Berlusconi o non Berlusconi, ma i governi sono tutti sotto scacco da parte di queste istituzioni. E allora? E allora ci incazziamo. Agenzie di rating? Non capirò mai cos'è e come funziona e per chi lavora o con quale autorità, ma ho capito che per quanti sacrifici faccio per studiare, dare i miei esami, lavorare nel tempo libero per comprare i libri, pagare la retta, pagare l'affitto, pagare le bollette, e magari, ogni tanto, vivere i miei vent'anni, sarà sempre nelle loro mani il mio futuro. Se tutto passa per i soldi che ho in tasca, continuerò ad essere ricattato da loro. Non sarò mai più libero, e questo mi indigna.
Poi vedo che a questo ricatto si aggiunge l'incompetenza. Apro il mio browser, accendo la mia TV, sfoglio il giornale, e vedo che chi può decidere, quelli a cui abbiamo delegato il compito di passare le loro giornate ad amministrare le nostre vite, non fanno che prenderci in giro. Rendono ancora più difficili i miei sacrifici per studiare e pagarmi la retta e l'affitto, rendono ancora più difficile che io trovi una motivazione per fare questi sacrifici, visto che non c'è futuro per me, che vorrei realizzarmi guadagnandomi da vivere applicando le conoscenze che ho sviluppato seguendo le mie inclinazioni. Sciocco che sono. Una ragazza con un bel fisico che si presta a destra e a manca per arrivare a fare la soubrette in un programma di dubbia comicità, arriva facilmente ad amministrare una regione. Io che impiego il minimo del tempo per laurearmi col massimo dei voti devo spendere tempo e denaro per fare gratis il mestiere che più mi piace, che mi fa sentire realizzato.
Le nostre strade sono tappezzate di volti fumettistici di Guy Fawkes, simbolo mutuato da un film a sua volta mutuato da una graphic novel. Avrei preferito che il simbolo fosse, che ne so, Gramsci, che per primo ha denunciato il fordismo, aveva intuito tutto in anticipo. Il 15 ottobre scende in piazza il popolo, per una lista innumerevole di motivi tale che è sufficiente elencare poche parole chiave: scuola, casta, riforme, servizi, tasse, ricerca, sviluppo. Non importa qual è il simbolo. Non importa più. La gente è incazzata. Anche gli italiani. Finalmente.